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L'ANGOLO DI FABIO FIUME

 

Sergio Cammariere: un live in teatro con un tifo da stadio

 

di: Fabio Fiume


Qualche tempo fa, nel recensire un suo lavoro discografico, definimmo Sergio Cammariere un cantautore in pantofole e non certo con senso dispregiativo. Quello che si voleva comunicare con quel titolo ad effetto, è quanto la sua scrittura, il suo canto, la sua timidezza naturale ispirino la tranquillità di una serata in salotto, in cui è re d'arredamento un piano a coda grazie al quale lui suona ed  intona melodie rendendo caldo ed accogliente il soggiorno agli ospiti. Tale giudizio trova ancor più forza dopo la prova live offerta in questo piovoso inizio Febbraio a Napoli, dove nella cornice del Teatro Augusteo, il Sergio crotonese ha invitato gli oltre 1000 paganti a partecipare ad una serata in cui, in aggiunta alle peculiarità stilistiche già descritte, ha svelato un'ulteriore faccia della sua arte, la sensibilità. Sensibile si, quando ha invitato tutti, proprio sul finire, a cantare Pino e quella "Napule è"  cifra di una città tutta che in essa si riconosce, tra odori, colori, peccati che nessuno è stato mai in grado di descrivere in maniera così profonda. Sergio racconta di quando conobbe Pino, nella trasmissione "Raimondo", condotta dai Trettrè e Marina Morgan, dove lui suonava nel lontano 1990; e poi in privata sede ci spiffera di quando, essendo dirimpettai, si trovava d'improvviso gente come Eric Clapton e svariati altri guru della musica mondiale, nel vialetto di casa. Storie che sembrano romanzate e che invece con la sua timida serietà descrive con assoluta normalità e persino devozione. Lui che artisticamente potrebbe non averne. Questo è il finale, ma le due ore di concerto non hanno certo fatto sconti in quanto ad emozioni. Scorrono i brani dell'ultimo lavoro "Mano nella mano", un disco Cammariere D.o.c, come "La vita ci vuole", ma anche le molto più note "Libero nell'aria" , "Sorella mia", "Cantautore piccolino", "Dalla pace dell'amore lontano", con l'impatto sonoro di un Fabrizio Bosso sempre più divinità della tromba, anche se è tutto l'assieme sonoro che è di primissimo livello. Scopriamo anche un "Sergio ballerino", quando accenna qualche passetto tra il compiacimento della folla, che ovviamente gli tributa applausi da stadio, più che da teatro, quando propone i due brani che lo hanno visto in gara a Sanremo, nel 2007 con "L'amore non si spiega" e ancor più nel 2003 con "Tutto quello che un uomo". Di quest'ultima traccia racconta senza remora alcuna: "vi canto il brano che mi ha cambiato la vita". Si, Cammariere è un cantautore in pantofole, ma quando vi invita a casa sua, tira decisamente fuori il servizio buono della nonna, buono come la sua musica. 

5 febbraio 2015