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L'ANGOLO DI FABIO FIUME

 

 

Mercato discografico segna +7% nel 2014. Ma sarà proprio così?

 

di: Fabio Fiume


 

Succede poi che, come ogni anno, Fimi, l'associazione fonografica italiana, dia la fotografia dei risultati parziali delle vendite dei dischi in Italia; una sorta di fine di girone di andata, che risente solitamente ancora delle grandi uscite della fine dell'anno precedente, più o meno dei dischi usciti  col Festival di Sanremo ( quest'anno molto meno e non senza polemiche ) e di qualche outsider figlio delle hits estive, spesso relegate a ricordi one shot. Tutto questo in attesa dei numeri importanti che in genere la nuova tornata di uscite autunnali porterà con se. Quest' anno accade anche che vengano diramate notizie positive sullo stato delle cose, ovvero che la musica registri un +7% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, cosa che però ha del poco chiaro, vista la crisi, vista la riduzione data dalla stessa Fimi dei numeri di copie necessarie ad ottenere i famigerati dischi d'oro e di platino ( tra l'altro cosa accaduta solo in Italia )  e vista la drastica riduzione anche dei negozi di musica nelle grandi e piccole città ( spariti totalmente dai paesi di provincia ) che non sono certo stati rimpiazzati dai numeri delle vendite digitali (mnon certo trascurabili ma comunque in calo del 18% ). Da dove arriva quindi quel più? Esso è figlio dello streaming ( Youtube eSpotify  su tutti ) aumentati nel loro utilizzo  rispettivamente del 72 e del 134%, mentre la vendita dei cd, che rappresenta ancora oltre il 57% del fatturato musica  perde solo il 2% rispetto all'anno scorso ed è quindi in calo contenuto ). La mescolanza di questi dati, in aggiunta al positivo del settore vinili, porta a quel famigerato +7%. Ma allora cosa non torna? Perchè gli addetti ai lavori non sprizzan gioia da tutti i pori? Presto detto, perchè lo streaming non è ancora ne una fonte di guadagno chiara per gli artisti e per la discografia, ne viene conteggiato nelle vendite. In Usa, e dal 2014 anche in Uk, ad esempio, ogni 100 visualizzazioni su Youtube, valgono una copia venduta e quindi li si che ha un senso! Se quindi, come dovrebbe esser, separiamo i dati streaming ( realmente non conteggiati ) da quelli di vendite fisiche e digitali, anche quest'anno il mercato mostra segno rosso ed allora ecco che i musi lunghi sono giustificati. Ad esempio in questa prima parte del 2014 nessun album ( e non era mai accaduto ) ha superato le 100.000 copie di vendita, visto che al 1° posto si è piazzato quello dei debuttanti Dear Jack sfiorando "solo" le 90.000 unità vendute, seguito da soli 3 album "platinati" ovvero "Mondovisione" di Ligabue ( giunto a 6 platini totali di cui 5 nel 2013 ), "Ghost stories" dei Coldplay e "L'amore comporta" diBiagio Antonacci. Solo 11 poi gli album che seguono con una certificazione d'oro, di cui però 4 ( PausiniMikaGiorgia ed  Elisa ) già ben oltre essendo usciti l'anno prima, lasciando solo ad un misero 7 il numero di album nuovi meritevoli secondo vendite di tale status, ovvero  SpringsteenCaparezza, la giovane amica Iurato, il lodevole Stromae,  Rocco HuntCremonini e Renga. In totale 15 lavori 15, che hanno superato nel 2014 le 25.000 copie vendute venendo certificati. Si fa presto a dire che ci siano anche tra gli artisti più delusi che contenti. Cominciando dal Sanremo "radical chic" ( termine che utilizziamo perchè tanto piace pur preferendo un più banale "colto" ) di Fazio che ha tradotto, dopo gli ascolti deludenti, in modesti anche i risultati discografici degli artisti che vi hanno preso parte. Tranne Rocco Hunt, vincitore dei giovani che può ritenersi soddisfatto dall'oro sia per l'album che per il singolo, gli altri hanno ben poco di cui gioire. Tra i big solo Francesco Renga è premiato, ma i suoi dati vendita confermano comunque una disaffezione del pubblico, che finora ha risposto col 50% in meno all'acquisto dei suoi lavori di maggior successo ( e parliamo di 5 anni fa non di vite ) . La vincitrice Arisa, personaggio in ascesa notevole negli ultimi anni, si stima abbia messo via poco più di 20.000 copie ma arrivare a 25.000 potrebbe esser più complicato del solito, visti gli inesistenti risultati non solo commerciali ma anche di airplay dei singoli successivi alla fortunata "Controvento", che han fatto sprofondare l'album fuori dalla top 100. La simpatica lucana chiede poi sulle sue pagine social di non appellare come "flop" il suo lavoro ne quello dei colleghi ( Noemi18.000 copie; Moreno 22.000; Ferreri 7.000  copie stimate ), però con tutta la simpatia che la cantante ci fa ed i giudizi oggettivamente positivi dati al suo album ed a quello di Noemi a cui abbiamo lavorato recensendoli, i numeri non danno troppo adito ad interpretazioni varie; sono tutti notevolmente più bassi dei loro standards e con poche possibilità di recupero. Il resto di Sanremo è stato addir poco nullo in termini di mercato, così come i reduci di X Factor ( Michele Bravi circa 5.000 copie stimate ) e The Voyce spariti, suora compresa, una settimana dopo la fine della trasmissione.  Nemmeno sul fronte internazionale si grida al miracolo, anzi in Italia è un po' di anni che le cose vanno così tanto che gli anni 80 e 90 appaiono un miraggio. Il disco postumo di Michael Jackson ha fatto più rumore per le polemiche dei fratelli che per il mercato, Lana Del ReyLinkin Park eAnastacia dopo la buona partenza si sono sgonfiati in fretta, mentre le dive Mariah Carey Jennifer Lopez, non sono partite nemmeno. Il rap continua ad essere in salute anche se trainato sempre dai nomi più importanti, salvo rivelazioni ( FedezKillaHunt ) ; oggi èCaparezza, ieri era Fibra, magari l'anno prossimo sarà nuovamente lui, ma il resto dei nomi sembra destinato più o meno ad un gruppo limitato di acquirenti che si aggira intorno alle 30.000 copie ( vedi SalmoMarracashNesli ), fino ai nomi minori o in ascesa. Certo è però che il genere del momento non può ovviare da solo allo stallo generale. Per il mercato dei singoli poi, la questione streaming ha addirittura azzoppato le vendite digitali; se infatti l'anno scorso un primo posto settimanale veleggiava attorno ai 10.000 download, in questo 2014 rare volte si sono superati i 5.000. Ed allora che sia forse giusto iniziare anche da noi in Italia a conteggiare per davvero lo streaming? Certo è che considerarlo nel bilancio di settore ma non nelle vendite diventa solo uno specchietto inutile da esibire. 

5 agosto 2014